giovedì 7 agosto 2014

OpenQuest Basic Edition - recensione

PREMESSAQuesta è la mia prima recensione di un gioco di ruolo. E' fatta dal mio punto di vista e da per scontato che chi sta leggendo non sia qui per caso, ma che conosca un minimo di come funzionano i giochi di ruolo. Se non sapete proprio nulla sui gdr, google e wikipedia vi potranno aiutare! Per quanto riguarda OpenQuest Deluxe, lo recensirò più avanti. Se poi volete andare dritti al sodo di quello che ho scritto qui di seguito, saltate pure la parte con la striscia blu di lato.


Grazie ad un buon amico, sono entrato discretamente presto nel mondo dei giochi di ruolo. Prima del suo invito a giocare non avevo proprio idea di cosa fossero, tant'è vero che la prima volta che ci riunimmo mi aspettavo di avere a che fare con qualcosa di simile a Magic. Ci misi poco ad appassionarmi alla scatola nera di Advanced Dungeons & Dragons. Passai una delle estati in città più divertenti della mia vita (nonché una delle più economiche, se contiamo che l'unica spesa fu l'acquisto di 6 dadi colorati), le storie mi conquistavano facilmente e l'interesse per questi strani giochi cresceva.

Passarono gli anni, altri amici si aggiunsero al gruppetto e venimmo in possesso di altri giochi. Ovviamente fu la terza edizione di D&D a prendere il sopravvento, riuscendo quasi a monopolizzare le giocate. Ma tra i tanti giochi, uno merita di essere ora citato: Stormbringer. Era sempre fantasy, ma molto diverso: combattimenti brutali, armature in pezzi, nessuna restrizione di allineamento, dei del caos che si divertivano a rendere la vita dei personaggi un inferno. Alcuni dei giocatori lo amarono (tant'è che ancora ogni tanto mi dicono «però, quella campagna a Stormbringer, che figata!», altri lo trovarono una “brutta copia di D&D”.

Io, che a Stormbringer ero il master, non ricordo niente di quella campagna. Ma ricordo bene le meccaniche di gioco e soprattutto la sensazione che mi trasmisero: per me, che avevo cominciato non coi manualoni della 3.0 ma con AD&D e ho sempre amato i livelli “bassi”, era il massimo. I giocatori erano costretti a pianificare la mossa successiva, sfoderando un acume mai visto durante una partita di D&D in cui “tranquilli, tanto ho un sacco di PF!”. Sempre pensando a Stormbringer, ero alla ricerca di un buon sistema di gioco gratuito in rete quando mi imbattei per la prima volta in OpenQuest. Fu come in un filmaccio/commedia, quando il protagonista incontra la ragazza che assomiglia un casino al suo primo amore. Colpo di fulmine bis. Scoprii con piacere che OpenQuest aveva tutto quello che cercavo in un gioco di ruolo. E adesso vi spiego perché.

OpenQuest Basic Edition è un gioco completo e gratuito: il pdf del manuale, inizialmente rilasciato con la formula “pay what you want”, è ora disponibile per il download gratuito qui. E' composto da 8 capitoli che contengono tutto il necessario per giocare: regole per creare i personaggi, creature da affrontare, incantesimi e meccaniche di gioco.

Benché un po' spoglia (la Basic Edition è priva di immagini, a differenza della versione Deluxe) l'impaginazione del pdf è semplice ed efficace: formato A5 mono-colonna (in contrasto con l'A4 a doppia colonna, sempre del Deluxe), tale da permettervi di stampare il tutto come booklet. E in pratica, di farvi il manuale cartaceo a un buon prezzo in qualunque copisteria.


Una rapida occhiata ai capitoli:

  1. Capitolo introduttivo, spiega le basi del gioco di ruolo e anticipa le caratteristiche distintive di OpenQuest (che non riassumo qui perché ve le sintetizzo nei prossimi punti).

  2. Guida alla creazione del personaggio. Se siete abituati a D&D e parenti, potreste ritrovarvi spiazzati: i personaggi sono umani, non ci sono classi del personaggio né tantomeno livelli. I personaggi di OpenQuest, anche appena creati, sono individui superiori alla media e competenti in molti campi diversi. Mancando le classi a far da base è fondamentale avere un concetto del personaggio, ovvero un'idea del personaggio su cui basare la distribuzione dei punti nelle sette caratteristiche (i cui punteggi fanno da base a tutto il resto). In caso di mancanza di ispirazione, è possibile generare le caratteristiche con pochi tiri di dado e costruire un personaggio in base ai punteggi ottenuti.

  3. Il terzo capitolo parla delle Abilità, parte fondamentale del gioco. La meccanica principale del gioco è il lancio del dado d100, il cui risultato va confrontato con l'abilità del personaggio. Se il risultato è uguale o inferiore al punteggio del personaggio, la prova è riuscita (insomma, meccanica ereditata dal BRP e comune a tutti i giochi della famiglia). Dato che molte abilità sono state “condensate” (ad esempio, Percezione tiene conto di tutti e 5 i sensi mentre Furtività comprende il sapersi nascondere, far perdere le tracce e addirittura camuffarsi) il capitolo comprende le descrizioni dei vari usi delle abilità.

  4. Capitolo dell'equipaggiamento. Dopo aver spiegato il modello di “valuta” base di OpenQuest, seguono tabelle con armi, armature, oggetti e servizi che i personaggi potranno comprare.

  5. Nel capitolo del combattimento viene ricordato ai giocatori che non sempre cercare lo scontro aperto è una buona idea... Seguono le descrizioni delle varie azioni che i personaggi possono compiere in un combattimento. Questo è molto simile a quello di RuneQuest, ma semplificato al punto giusto: niente abilità specifica per una singola arma come in Stormbringer ma tre abilità generiche che regolano combattimento in mischia, a distanza e senz'armi. Niente locazioni dei colpi, ma prendere troppi danni in una volta sola può causare grosse menomazioni a un personaggio (lasciandolo così alla mercé dei nemici). Cosa rende i combattimenti così letali? Semplice, pochi punti ferita e schivate limitate. Pensateci bene prima di ricorrere alla violenza, nel crudele mondo di OpenQuest!

  6. Il sesto capitolo spiega come far “crescere” i personaggi in un gioco dove questi non hanno un livello: la meccanica dei punti incremento permette di aumentare caratteristiche e abilità (o di imparare nuovi incantesimi) a piacere, senza bisogno di dover prima ottenere un successo critico come in Stormbringer. Ognuno è artefice del proprio destino. Seguono le regole riguardo i tipici “problemi da avventurieri”: tempi di spostamento, ingombro e affaticamento, illuminazione e visibilità, veleni, malattie e quant'altro.

  7. Il settimo capitolo presenta la Magia Comune, unico dei tre sistemi magici di OpenQuest ad essere trattati nella Basic Edition (Magia Divina e Stregoneria sono presenti in OpenQuest Deluxe). Tutti i personaggi cominciano la propria carriera conoscendo qualche incantesimo di Magia Comune, cosa che rispecchia il loro allenamento “eroico” e le loro capacità speciali. E se a qualcuno fa storcere il naso che il proprio personaggio utilizzi la magia (magari perché è in completa opposizione col concetto del personaggio), questi “poteri” possono essere visti come capacità speciali del personaggio e lanciati senza bisogno di effetti pirotecnici e gesti complicati.

  8. Ultimo ma non ultimo, il capitolo delle Creature: 30 nemici non umani per le vostre partite di OpenQuest, più una tabella con le statistiche degli animali più comuni. Nello stesso capitolo, anche le regole per usare le creature come base per personaggi giocanti non-umani e una pratica tabella per generare casualmente i tesori.

Facendo il punto della situazione: regole per creare personaggi di ogni tipo, farli interagire col mondo e nemici da mandargli contro. Se non fosse per l'assenza di un'ambientazione e di un'avventura già pronta (entrambe presenti in OpenQuest Deluxe) il pdf gratuito di OpenQuest Basic Edition conterrebbe già tutto l'indispensabile per giocare immediatamente e senza troppi pensieri.

Non ci provo neanche a dare un voto ad OpenQuest, perché è palese che la mia sarebbe una valutazione di parte. Preferisco lasciarvi coi miei pensieri riguardo a punti di forza e debolezza di OpenQuest (o meglio: perché secondo me OpenQuest merita e chi invece temo non riuscirà ad apprezzarlo a dovere).


Perché scegliere OpenQuestIl regolamento fa della semplicità uno dei suoi punti di forza: è facile da imparare ed usare, sia per i giocatori più esperti quanto per i principianti. La creazione e l'avanzamento dei personaggi, liberi dai vincoli delle classi canoniche, permettono di sviluppare il personaggio dei propri desideri senza multiclassamento/classi di prestigio dai prerequisiti improbabili. Altro punto di forza è l'autosufficienza del manuale: se il vostro master ha sufficiente fantasia per creare un'ambientazione, non avrete bisogno di altri libri.
A chi è sconsigliato OpenQuestCi sono giocatori per cui OpenQuest non andrà mai bene: chi non riesce a staccarsi dai binari di classe e livello del personaggio, e chi è abituato a mandare il proprio guerriero in mischia contro moltitudini infinite di nemici. Salvo condizioni particolari, un personaggio di OpenQuest ha un attacco e una reazione (possibilità di schivare/parare un attacco che lo colpirebbe) per round; scordatevi CA infinite e cose come Incalzare Potenziato di D&D! Anche chi ritiene che un buon gioco di ruolo debba contenere regole dettagliate per qualsiasi cosa resterà deluso da OpenQuest.


In conclusione : OpenQuest è un tentativo di snellire e riproporre un sistema di gioco già rodato, per renderlo più accessibile e meno macchinoso. E ci riesce. Chi ha esperienza dei giochi di famiglia BRP non si aspetti un prodotto innovativo: gli amanti del realismo dettagliato ad ogni costo lo odieranno, chi ama un approccio al gioco più semplice invece sarà pienamente soddisfatto.

Il gioco propone un eroismo più “contenuto” rispetto al buon vecchio D&D: eroi più umani, per i quali anche un salto tra due palazzi può rappresentare una sfida mortale. Per quanto le manovre di combattimento siano relativamente “poche”, svolgono egregiamente il loro lavoro aggiungendo un pizzico di brutale realismo e spezzando l'altrimenti noioso ciclo attacco/parata che sovente viene a crearsi in questo tipo di giochi.

Il prezzo del pdf (gratis) riesce a sbaragliare perfino quello del cugino Legend (1$), che nonostante presenti una grafica accattivante manca completamente di un bestiario.

Ricordo a tutti che OpenQuest, data la sua “discendenza” dal Basic Role-playing di casa Chaosium, è facilmente adattabile a moltissimo materiale già disponibile per i giochi suoi “fratelli” (come per l'appunto RuneQuest e Stormbringer).

Spero di avervi ispirato sufficiente curiosità da andare a scaricare OpenQuest Basic Edition; nel caso non siate pratici della lingua d'Albione (o molto pigri), vi invito a tenere d'occhio il mio blog dove prossimamente pubblicherò gran parte del gioco tradotto in italiano.

Buon nerdaggio a tutti :P

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